lunedì 27 maggio 2013

L'ALJAFERIA - L'ETERNO CASTELLO

Dopo che una moltitudine di anime ne hanno ispirato la nascita, i colori, la storia nel corso di più di mille anni, diventa difficile e complicato parlare dell'Aljaferia come di un semplice castello. Questo patrimonio mondiale dell'UNESCO, è qualcosa di straordinariamente imponente; strutturalmente e storicamente parlando.

Parlerò ora di una principessa, praticamente immortale, che è passata attraverso molte storie, fatti e guerre che hanno caratterizzato l'Aljaferia.
 
Tutto ebbe inizio nel 935, quando la Spagna, era sotto dominio arabo. In questo periodo, a ridosso del fiume Ebro, sorgeva l'antica "Saraqusta": importante crocevia di commerci e spostamenti. Proprio qui, l'emiro del Califfato di Cordoba, scelse di insediarsi con un accampamento militare musulmano chiamato Al-Jazira (recinto militare).
Col passare del tempo, questo sito militare acquistava sempre più vigore, grandezza e bellezza. Questo accampamento, che ormai stava prendendo sempre più le forme di un vero e proprio palazzo, suscitava nel Re di Taifa di Saraqusta, mio padre, la voglia di farlo suo. E così fu:

nel 1065 decise di erigere su quel recinto militare le basi del suo palazzo, che con le sue decorazioni in stucco rosso, oro e blu, con i suoi pavimenti in marmo bianco, con il suo magnifico giardino che liberava nell'aria una brezza di gelsomini e gardenie, con le sue fontane che offrivano pace e serenità, sarebbe stato destinato ad avere vita lunga e prosperosa. 
 
Nel mio palazzo vedevo sempre molti intellettuali, poeti e artisti che con il loro incidere diedero al palazzo il soprannome di "palazzo dell'allegria".

Questa struttura mantiene ancora oggi parte delle sua mura originali a pianta quadrangolare ed è rinforzata da grandi torri circolare alle quali si aggiunge quella del Trovador a forma di prisma, inoltre, possiamo osservare tutt'ora un patio a base rettangolare a cielo aperto affiancato da una vasca e due portici laterali con archi mistilinei. Nel fondo c'erano tre settori dove effettuavamo le cerimonie. A nord invece, troviamo una piccola moschea, che sarebbe l'attuale cucina.

 
Mentre per quanto riguarda la sua parte centrale, il vero e proprio cuore del palazzo, si può localizzare un edificio residenziale che rispecchia molto la tipologia del classico palazzo islamico.  
Tutto ciò però ebbe vita solo per una cinquantina d'anni, perché nella reconquista di Saragozza da parte di Alfonso I, nel 1118 io e la mia famiglia ci perdemmo per sempre perché fummo sconfitti. Io sono ancora qui perché la mia anima ha continuato e continua a vagare per le mure del castello.

A quel punto, per il palazzo dell'Aljaferia iniziò l'epoca cristiana, tanto che la mia casa divenne residenza di monarchi aragonesi, i quali apportarono modifiche di ampliamento e riorganizzazione.

Siamo nel pieno periodo medioevale e ogni Re che passa per questo palazzo apporta delle modifiche per adattarlo alle proprie esigenze e soprattutto ai propri gusti!

Gli ampliamenti e le modifiche più significative di allora le abbiamo con Pietro IV nel 1380 con la cappella di San Giorgio e quella di San Martino.

Spostandoci ancora di ottant'anni circa, nel 1462, con il maestoso matrimonio tra Ferdinando II d'Aragona e Isabella I di Castiglia, la residenza dell'Aljaferia entra in pieno possesso dei Re Cattolici, che ne fecero, anche loro, la propria dimora. 
 


Ventiquattro anni dopo, quel palazzo che sembrava perfetto e immutabile nel tempo, subisce uno dei periodi più bui e lunghi che la chiesa ricordi: la santa inquisizione, dove venivano perseguitati ebrei, protestanti e musulmani che, sebbene convertiti alla religione cattolica, erano comunque accusati di professare in segreto la loro religione. La torre del Trovador, in questo caso, serviva per detenerli e torturarli.


Finito questo periodo di oscurità, tra il 1488 e il 1495 mi ricordo che venne costruito un secondo piano e con esso, una imponente scalinata. Nel mentre, nel 1492, Cristoforo Colombe venne ricevuto a corte da Isabella che finanziò la sua spedizione alla volta dell'America.


Nel 1590, la mia dimora, ormai giunta quasi alla fine dei suoi cambiamenti radicali, venne ulteriormente modificata da Tiburzio Spanocchi, chiamato da Filippo II.  
L'architetto fu ingaggiato per rendere il palazzo più sicuro e forte, dopo una rivolta da parte del popolo di Saragozza. Così venne scavato un largo e profondo fossato intorno al perimetro del mio maestoso palazzo, in più, furono costruite altre quattro torri circolari chiamate baluardi. Il contrasto tra la forma quadrata della torre del Trovador e la forma circolare dei baluardi non è casuale: mi spiegarono che già nel 1100, la comparsa delle armi da fuoco richiedeva necessariamente la costruzione di torri circolari o a forma di stella, per meglio deviare i colpi che su una base quadrata avrebbero provocato danni sicuramente peggiori.

Infine, dopo altri 500 anni, avvennero le ultime contemporanee modifiche che conferirono all'Aljaferia le attuali fattezze del parlamento regionale di Aragona che noi tutti oggi possiamo ammirare, coscienti o no del fatto che alle spalle di tutto ciò ci sono più di dieci secoli di vita quotidiana e fatti salienti storico-artistici dell'Aragona.

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LA ALJAFERIA -  EL ETERNO CASTILLO
Después de que una multitud de almas han inspirado el nacimiento, los colores y la historia en el transcurso de más de mil años, se hace difícil y complicado hablar de la Aljafería como un simple castillo. Este Patrimonio de la Humanidad de la UNESCO, es algo extraordinariamente impresionante; estructural e históricamente hablando.

Hablaré ahora de una princesa, prácticamente inmortal, que ha conocido muchas historias, hechos y guerras que han caracterizado la Aljafería.
Todo comenzó o en el 935, cuando España, se encontraba bajo del dominio árabe. En este período, cerca del río Ebro, surgía la antigua "Saraqusta": cruce de caminos importantes del comercio y de los viajes. Exactamente allí, el emir del Califato de Córdoba, decidió instalarse con un acampamento militar musulmán llamado Al-Jazira (fortaleza militar).Con el paso del tiempo, este acampamento adquiría siempre más fuerza, grandeza y belleza
Esta fortaleza que tomaba cada vez más la forma de un verdadero palacio, suscitaba en el rey de Taifa de Saraqusta, mi padre, el deseo de hacerlo suyo. Y así fue, que en el 1065 decidió construir sobre aquel cercado militar los cimientos de su palacio, que con sus decoraciones en estucado rojo, oro y azul, sus suelos de mármol blanco, su magnífico jardín que dispersaba en el aire una brisa de jazmín y gardenias, sus fuentes que ofrecían paz y serenidad, estaba destinado a tener una vida larga y próspera.
En mi palacio veía siempre muchos intelectuales, poetas y artistas que dieron al palacio, el calificativo de "Palacio de la Alegria "
Esta estructura conserva todavía parte de sus murallas originales cuadrangulares y es reforzada por grandes torres circulares a las cuales se suma la del Trovador en forma de prisma. Además, aún hoy podemos observar, un patio con una base rectangular abierto cercado por una gran pila y dos pórticos laterales con arcos mixtilíneos. Al fondo habían tres áreas en las que efectuábamos las ceremónias. En la parte norte, en cambio, encontramos una pequeña mezquita, que sería la cocina actual.
Mientras que en su parte central, el verdadero corazón de la construcción, se puede localizar un edificio residencial que refleja el tipo del clásico palacio islámico.

Todo ésto, sin embargo, tuvo vida sólo durante cincuenta años, ya que en la reconquista de Zaragoza, por parte de Alfonso I, en 1118 mi familia y yo desaparecimos para siempre al ser derrotados. Yo sigo aquí porque mi alma ha continuado y continúa a vagar por los muros del castillo.

Desde este momento, en el Palacio de la Aljafería inició la era cristiana, hasta el punto que mi casa se convirtió en la residencia de los monarcas aragoneses, los cuales aportaron cambios y ampliaciones.

Estamos en la época medieval, y cada rey que pasa por este edificio realiza cambios para adaptarlo a las propias necesidades y gustos!Las ampliaciones y cambios más significativos de la época, los realiza Pedro IV en el 1380 con la capilla de San Jorge y la de San Martín.
Siguiendo adelante ochenta años, en el 1462, con la majestuosa boda de Fernando II de Aragón e Isabella I de Castilla, la Aljafería entra en plena posesión de los Reyes Católicos, que la hizieron su casa.

Veinticuatro años más tarde, ese edificio que parecía perfecto e inmutable en el tiempo, es sometido a uno de los períodos más oscuros y largos que la iglesia recuerde: la Santa Inquisición, donde fueron perseguidos judios, protestantes y musulmanes, aunque convertidos a la religión católica, seguían siendo acusados por profesar sus religiónes en secreto. La Torre del Trovador, en este caso, se utilizó para detenerlos y torturarlos.
Acabado este período de oscuridad, entre el 1488 y el 1495, recuerdo fue construido un segundo piso y una imponente escalera. Por aquellos entonces, en el 1492, Critobal Colón fue recibido en la Corte de Isabel, la cual financió su expedición a América.

En el 1590, mi casa, que para entonces llegaba al final de sus cambios radicales, fue modificada nuevamente por Tiburcio Spanocchi, por orden de Felipe II.El arquitecto fue contratado para hacer el edificio más seguro y fuerte, tras una revuelta del pueblo de Zaragoza. Así, fue excavado un foso profundo y ancho alrededor del perímetro de mi majestuoso palacio, además, fueron construidas otras cuatro torres circulares llamadas baluartes. El contraste entre la forma cuadrada de la torre del Trovador y la forma circular de los baluartes no es casual; Me explicaron que, en el 1100, la aparición de las armas de fuego requería necesariamente la construcción de torres circulares o a forma de estrella, para desviar mejor los golpes que, sobre una base cuadrada habrían causado daños sin duda, peores.
Por último, después de otros 500 años, se sucedieron las últimas contemporáneas modificaciones que dieron a la Aljaferia las características actuales del Parlamento de Aragón que todos podemos admirar hoy en día, conscientes o no del hecho que a espaldas de todo ésto hay más de diez siglos de vida cotidiana y hechos destacables histórico-artísticos de Aragón.



Scritto da: Vera J. Amoni